Monte Crepacuore

Monte Crepacuore

Se esiste una partenza che fa sgranare gli occhi è senza dubbio quella che da Campo Catino porta prima in località Pozzotello e poi a Monte Crepacuore.

Già la sola vista della conca carsica di Campo Catino potrebbe farci sentire appagati, inducendoci a soffermarci eccessivamente e restare indietro con il percorso, ma come non fermarsi più volte ad ammirare i tesori naturalistici qui presenti!? Alcuni più grandi, altri minuscoli e nascosti, dal piccolo fiore Botton d’oro al fossile di Rudista, dal grande Circo Glaciale ai numerosi fenomeni carsici.La conca si trasforma cosi, con il susseguirsi delle stagioni, in mari di candida e bianca neve o di fioriture viola, poi gialle e quindi scintillanti verdi per poi assumere toni più bruni e marroni in attesa di tornare a risplendere con un lucente manto nevoso.

Se le fioriture sembreranno creare mari colorati, l’acqua formerà dei veri laghetti che si prosciugheranno poi con la tarda estate ma che arricchiranno ancor di più il paesaggio durante la primavera.

Mucche e cavalli al pascolo ci faranno compagnia mentre attraverseremo interamente la conca per portarci sulle creste del versante Nord Occidentale e salire sulla Sella del M. Vermicano, da qui la vista si apre verso Roma e se la giornata sarà davvero tersa riusciremo addirittura a vedere la linea costiera in direzione di Ostia.

Continuando il sentiero, che qui ricalca una strada sterrata di cresta, ci incuriosirà la forma incisa del Monte Pagnotta che mai come in tarda primavera fa capire la ragione del suo nome; si arriva cosi al Passo per Pozzotello e lasciato lo sterrato si scende al Fontanile di Pozzotello, un luogo magnifico, intimo, “segreto” e raccolto tra vette e creste, lambito da una faggeta d’alta quota che sembra sfiorare ed accarezzare le creste.

L’acqua qui è buonissima e gelida (da tenerne in conto se si è molto accaldati), ed un’altra pausa è quindi quasi d’obbligo per rinfrescarsi mentre si contempla il paesaggio circostante; in alto domina su di noi il Monte Pozzotello con i suoi 1995 m e il Peschio delle Ciavole 1959 m, mentre la vista si aprirà verso i Monti Simbruini e verso la nostra meta M. Crepacuore, con le creste che dovremo percorrere per giungervi.

Passeremo cosi sotto il versante più affascinante del Peschio delle Ciavole con i suoi imponenti torrioni rocciosi che si stagliano sulla valle sottostante che conduce poi verso Morino nella Val Roveto.

Continuando a percorrere la cresta, il paesaggio si amplierà sempre più e sarà un piacere camminare lungo veloci sali-scendi cosicché, senza quasi accorgersene, si arriva ai piedi del Monte Crepacuore in una piccola radura con prati macchiati da delicate fioriture e Ginepri che scendono, come a scivolare delicatamente, verso la faggeta e la valle sottostante.

Da qui comincia l’ultima salita per la vetta che permette di ammirare, in un unico sguardo, tutta la Valle del Pozzotello, Campo Catino, il Peschio della Cornacchia, Monte Pozzotello e il Peschio delle Ciavole.

Il sentiero nell’ultimo tratto si porta sulla cresta e da li a poco la vetta si staglierà davanti a noi, a separarci ora rimane solo un breve tratto in falsopiano; gli intensi profumi dei ginepri lasciano cosi spazio alla frizzante aria d’alta quota ed il sole con il vento divengono padroni delle sensazioni che ci accompagneranno da qui in avanti fin sulla vetta.

Una volta in cima la vista sarà libera di spaziare su tutto l’Appennino Centrale e se difronte a noi si staglierà imponente Monte Viglio, in lontananza potremo vedere tutti i M. Simbruini, il Terminillo, i Monti della Laga e il Gran Sasso, la Majella ed ancora una distesa di vette che partendo dai Monti della Meta si susseguono verso Sud; girandoci ritroveremo le creste che congiungono il Peschio della Cornacchia con Monte Pozzotello e quindi Monte Ortara, mentre alla nostra destra Campo Catino.

Il ritorno può avvenire con il percorso dell’andata o scendendo verso la Valle del Pozzotello per poi risalire al Fontanile oppure, ancora, utilizzare il sentiero dei fiori che passando sotto il Peschio della Cornacchia condurrà alla Sella del Monte Vermicano per poi ridiscendere a Campo Catino.

  • TEMPO DI PERCORRENZA: 4-5 ore totali
  • DIFFICOLTÀ: Facile
  • COSA OSSERVARE: Le forme del paesaggio che osserveremo sono dovute soprattutto a tre agenti modellanti: i ghiacciai dell’ultima era glaciale, la gravità (che ha agito sulle forme scolpite dai precedenti) e per ultimo ma non meno importante, il ciclo gelo-disgelo. Impressionanti sono i circhi e le forme glaciali che si sviluppano su tutto il versante Nord da Campo Catino a Pozzotello e le frane sottostanti i due Peschi che si uniscono agli accumuli di detriti che si susseguono lungo il sentiero.
    Anche dal punto di vista botanico sono numerosi i tesori, rappresentati soprattutto da endemismi come le Viole o da diversi relitti glaciali, ricordando sempre che i fiori si fotografano ma non si colgono.

 Stefano Costantini

 

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